Come si possono utilizzare strategie innovative e inconsuete per salvare i denti.
Credo che nessuno di noi vorrebbe mai sentirsi dire: “gentile paziente questo dente è da togliere”, eppure nonostante il continuo miglioramento delle terapie, purtroppo accade di dover togliere denti. L’implantologia dentale rappresenta un’eccellente alternativa, ma non ottiene sempre i risultati promessi o sperati, a causa delle complicazioni infettive o meccaniche che gli impianti possono dare nel tempo. Infatti è bene sapere che, come le protesi d’anca o del ginocchio, anche le componenti degli impianti dentali sono soggette ad invecchiamento da stress meccanico. Per questi motivi comunque il mondo scientifico è concorde sul fatto che la migliore soluzione è sempre quella, se possibile, di salvare o mantenere il più a lungo possibile i denti naturali dei pazienti. Dunque dobbiamo restare dalla parte dei denti, cercando di mantenerli il più a lungo possibile, mantenendo anche grazie alla salute della bocca, il benessere psicofisico delle persone. Tuttavia non sempre le situazioni cliniche sono facili da gestire o le soluzioni per salvare un dente facili. Una delle possibili alternative in situazioni critiche è il “reimpianto dentale”. Di cosa si Tratta? Semplicemente della tecnica che permette di utilizzare un dente perduto del paziente come fosse un impianto dentale del commercio. Ci siamo accorti infatti da molto tempo che denti impossibili da curare in bocca con le tecniche tradizionali possono essere molto più facilmente curati fuori dalla bocca dopo essere stati estratti, e subito dopo reimpiantati appunto come fossero impianti del commercio. Il vantaggio enorme è quello di utilizzare un “impianto naturale” fornito dallo stesso paziente, quindi con minime possibilità di effetti collaterali. Questi effetti collaterali, se si presentassero, sarebbero comunque minimi e molto tardivi, e consistono in lenti riassorbimenti della radice. Ma garantire 10 o 20 anni di sopravvivenza a un dente altrimenti destinato al cestino vi sembra poca cosa? A me assolutamente no! Nelle immagini potete vedere un mio caso clinico di reimpianto dentale di due elementi, che altrimenti sarebbe stato impossibile curare. Il paziente avendo subito anni prima un trauma, presentava una cisti dovuta a due incisivi necrotici (Fig.1).
Vista l’impossibilità di curare i denti per via tradizionale a causa della continua fuoriuscita di pus (Fig.2), ho deciso di estrarre i due incisivi per curarli fuori dalla bocca e quindi reimpiantarli.
L’estrazione dei denti mi ha consentito di eliminare immediatamente la cisti attraverso la stessa ferita, evitando così un ulteriore intervento. (Fig.3)
Uno dei due elementi aveva la radice fratturata, ma anche qui, con tecnica conservativa, ho mantenuto una parte della radice e ho reimpiantato il dente. Sull’altro incisivo ho potuto curare l’apice della radice effettuando un’apicectomia con sigillo apicale (Fig. 4, 5, 6), e infine ho reimpiantato i denti nella loro sede primitiva. (Fig.7)
Il risultato e il controllo a un mese (Fig.8) rendono ragione delle mie scelte e gratificano il paziente, che ha mantenuto i propri denti con enormi vantaggi economici e biologici, ma soprattutto il professionista che ha scelto di mettersi dalla parte dei denti risolvendo i problemi del paziente con successo.